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Farmaci e cosmetici entrano a contatto diretto con il nostro corpo ed è quindi comprensibile che siano sottoposti a una rigorosa serie di test prima di essere messi in commercio.

Tra questi, vi sono i test climatici.

Come funzionano i Test Climatici per il settore Cosmetico e Farmaceutico?

Ci sono importanti differenze tra i tipi di test climatici per il settore cosmetico e per il settore farmaceutico, così come per le singole categorie di farmaci o di prodotti di cosmesi.

Tuttavia, è possibile elencare gli strumenti e i test climatici generali che coinvolgono entrambi i settori.

La maggior parte dei cosmetici e dei farmaci vengono testati nella camera climatica standard per eseguire le cosiddette prove di stabilità. A loro volta, queste prove possono essere di quattro tipi:

 

  • Test di lunga durata: verifica la stabilità dei prodotti in condizioni reali. Questi test possono pertanto durare anche anni.
  • Prove di stabilità Ongoing: il test controlla che il prodotto sia in grado di mantenere la stabilità anche oltre la data di scadenza e per quanto.
  • Test di invecchiamento accelerato: questo test può simulare l’invecchiamento che un prodotto subirebbe in un anno in sole sei settimane.
  • Prova di fatica: questo è un test estremo che sottopone il prodotto a temperatura sopra i 60° e sui 60° di umidità. Viene eseguita nelle fasi iniziali di sviluppo del principio attivo per studiarne la stabilità.

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Stress Climatico

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Test Climatici nel Settore Farmaceutico

I test climatici nel settore farmaceutico sono molto rigorosi e seguono le direttive emanate dall’ ICH, ovverosia la “Conferenza internazionale per l'armonizzazione dei requisiti tecnici per la registrazione dei farmaci ad uso umano”. Nello specifico, i test climatici sono normati dalla ICH-Q1A e dalla ICH-Q1B.

Esistono diversi tipi di test climatici per il settore farmaceutico, uno dei più comuni verifica la stabilità dei prodotti durante lo stoccaggio ad una temperatura ambiente compresa tra 8°C e 25°C. Al termine del test, il farmaco risulterà omologato solo se il principio attivo si è mantenuto almeno al 95%.

Esiste inoltre il test di fotostabilità per prodotti farmaceutici che aggiunge il fattore dell'esposizione alla luce solare ai parametri di umidità e temperatura.

Altro discorso per i farmaci d’urgenza che sovente vengono utilizzati in zone climatiche estreme. Qui entrano in gioco le già citate prove di fatica che raggiungono temperature a +50°C, fredde ed oscillanti, e con esposizione UV.

Test Climatici nel Settore Cosmetico

Per quanto riguarda i test climatici, il settore cosmetico si attiene alle medesime norme di quello farmaceutico, in particolare la sottonorma ICH Q1A-Q1F.

Il test di stabilità è uniformato e viene eseguito su tutti i tipi di prodotti cosmetici. D’altro canto, i test di immagazzinamento variano a seconda del prodotto. 

Ad esempio, le matite per gli occhi vengono messe sotto osservazione per oltre 12 settimane a temperature oscillanti comprese tra i 5°C e i 50°C. Alla fine della procedura, si esegue un test sulla mina della matita per verificarne la tenuta.

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Prova Estremi

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Entrambe le cameree possono essere omologate con un un software CFR 21 che sia conforme alla FDA 21 CFR parte 11.

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