laboratory people

La scienza deve poter garantire l’affidabilità dei suoi risultati. 

A questo scopo, è essenziale definire una buona pratica da laboratorio che possa essere verificata da osservatori terzi e testimoniare la bontà dei test.

Lungi dall’essere una serie di consigli informali, la Buona Pratica da Laboratorio (abbreviata BPL in italiano e GLP internazionalmente, da Good Laboratory Practices) è confluita in una serie di documenti riconosciuti a livello internazionale che indicano tutti i fattori che un laboratorio certificato deve prendere in considerazione.

Nel seguente articolo vedremo la storia della Buona Pratica da Laboratorio e una panoramica generale dei suoi principi.

Storia della Buona Pratica da Laboratorio

La necessità di stabilire dei criteri di riproducibilità degli esperimenti, e quindi di affidabilità dei risultati, accompagna gli scienziati dall’inizio della rivoluzione scientifica moderna. Le cosiddette “condizioni laboratorio” sono da sempre al centro del concetto di esperimento, come pratica che avviene in un ambiente controllato e isolato da fattori esterni e errori umani.

E tuttavia, solo negli anni settanta si è arrivati a stilare dei documenti che prescrivessero quali fossero questi fattori che i laboratori e gli operatori dovevano rispettare al fine di garantire l’affidabilità dei risultati.

Danimarca e Nuova Zelanda sono stati i primi paesi a introdurre un documento nazionale condiviso sulla Buona Pratica da Laboratorio, nel 1972. 

Nel 1976, il congresso statunitense propone una bozza analoga che verrà approvata negli anni seguenti e infine sottoscritta da tutti i paesi OCSE nel 1981.

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I 10 Punti della Buona Pratica da Laboratorio

Le linee guida dell’OCSE per la Buona Pratica da Laboratorio sono reperibili qui.

Il documento è articolato in dieci punti che isolano le varie questioni di cui tenere conto e sono le seguenti.

 

  • Organizzazione e Personale.

Ogni struttura deve avere un organigramma chiaro per quanto riguarda i responsabili del laboratorio e della verifica dell’applicazione di questi principi.

 

  • Programma di Garanzia della Qualità

La struttura deve avere un programma di garanzia della qualità chiaro che deve essere condotto e fatto rispettare da individui non coinvolti nei test.

 

  • Strutture

Questo punto delinea i requisiti minimi che le strutture dove vengono ospitati i laboratori devono avere.

 

  • Apparati, Materiali e Reagenti.

Questo punto delina i requisiti minimi di sicurezza di apparati, materiali e reagenti.

 

  • Sistemi di Test

Il punto è diviso di test fisici/chimici e test biologici. Ciascun sistema di test deve osservare delle linee guida atte a garantire l’isolamento e l’affidabilità delle prove che vi vengono svolte.

 

  • Sostanze di Riferimento e Strumenti di Test

Il punto contiene indicazioni sulla corretta conservazione dei campioni, delle sostanze e di altri strumenti coinvolti nell’esperimento.

 

  • Procedura Operativa Standard

Uno dei punti più importanti in cui viene imposta la stesura di una Procedura Operativa Standard e di seguito descritta nelle sue fasi che articolano i punti precedentemente menzionati.

 

  • Performance dello Studio

Sottolinea la necessità di redigere un piano dello studio prima di condurre lo studio stesso al fine di avere dei parametri di valutazione indipendenti dai risultati.

 

  • Report dei Risultati dello Studio

Indica come scrivere il report finale sullo studio condotto.

 

  • Conservazione e Classificazione dei Materiali e dei Report

Il punto indica quali risultati e materiali relativi allo studio vanno conservati nelle strutture idonee per il tempo indicato dalle autorità competenti.

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